Che cosa è il Karate-dō
Prof. Alberto Nigi
Il Karate è un’arte marziale armoniosa che dona benessere fisico e serenità
mentale a chiunque lo pratichi con serietà, rispetto e amore.
Il Karate dona i suoi benefici a tutti, a prescindere dall’età, dall’ambito
sociale e dalle condizioni fisiche. È come un vestito: un buon sarto (in questo
caso il Maestro) sa confezionarlo su misura per ciascuno. Questo è il vero
segreto di un’arte morbida, antica e intelligente come il Karate: dare a
ciascuno ciò di cui ha bisogno.
Dal punto di vista psicologico esso dona sicurezza e autostima. Rifugge ogni
forma di violenza, ma forma un carattere forte e malleabile nel contempo.
Ricarica di energia invece di consumarla. Ti fornisce di una valida potenzialità
auto-difensiva fino a renderti “invulnerabile” ai più diversi tipi di attacchi,
da quelli fisici a quelli verbali e psicologici. Ti abitua a non lasciarti
coinvolgere ed intaccare dalle stupide offese e dalle sciocche maldicenze, ad
essere superiore e a riderci sopra. Ti aiuta a fare le scelte giuste nel momento
giusto. Ti mette in condizioni di comunicare e dialogare con gli altri a testa
alta, senza orgoglio, ma con quella fierezza che ti
viene dalla trasparenza e dal buon cuore… Perché tu sai che la tua coscienza è a
posto e che in quel momento tutto l’universo è con te.
Questi doni ciascuno se li ritrova nella vita di ogni giorno quando si
presentano problemi più o meno difficili da risolvere e difficoltà più o meno
impegnative da superare.
Karate significa “mano” (te) “vuota” (kara). Ecco un antico sano principio: “Chi
non possiede niente possiede tutto”. Ciò ha un sapore, per chi ci crede, di vero
cristianesimo, ma esprime anche i principi del buddismo zen e del taoismo
cinese. Al di là delle filosofie e religioni, ciò che conta è la predisposizione
d’animo, la limpidezza della coscienza, la lealtà, l’onestà, la bontà.
La mano disarmata (vuota) non è mai offensiva e non può tradire chi la mantiene
tale. Gli antichi maestri giapponesi dicevano: “Karate ni sente nashi”, ovvero:
“Nel karate manca l’intenzione di attaccare per primi”. Esiste comunque il
diritto all’autodifesa, quando essa è proporzionata all’aggressione. Se di
notte, in una buia strada deserta penso di difendermi con un bastone, potrei
cadere in due trappole: abuso di difesa contro un avversario disarmato, con le
immaginabili conseguenze, oppure l’aggressore mi prende il bastone e mi percuote
con la mia stessa arma, con tutta l’ironia del caso. Se ti difendi a mani vuote
nessuno può prenderti un’arma che non hai. Difendersi a mani vuote è legittimo,
ovviamente nell’idea di dissuadere l’aggressore, prima di giungere a soluzioni
spiacevoli per tutti. Ciò dipende dalle diverse situazioni contemplate dalla
legge.
Che cosa significa, allora, Karate-dō? Per capirlo bene bisogna entrare in una
dimensione culturale molto particolare e molto diversa dalla nostra. Nella
mentalità estremo-orientale il “Dō” (“Tao” per i cinesi, rappresentato dallo
stesso ideogramma) significa “La via”, ovvero il “sentiero” da percorrere per
giungere ad un determinato obiettivo che di solito è la formazione del
carattere, la costruzione della persona, un più elevato livello di
consapevolezza, il raggiungimento di una chiara coscienza di sé e del mondo,
fino al cosiddetto “satori” che significa “illuminazione interiore”, “risveglio
spirituale”, “sintonia con l’universo”.
Paure, ansie tensioni, sono sempre state create apposta dal “potere” (senza
distinzione politica) in ogni società per soggiogare gli esseri umani. Più sei
intimorito e più obbedisci a qualunque cosa senza discutere. Oggi questo è un
fenomeno massificato e amplificato dalla televisione e dalle pubblicità. La
gente teme tutto, ha paura di tutto, fino a cadere in gravi stati ansiosi e
depressivi fino all’insorgere di vere e proprie crisi di panico. Sì, crisi di
panico. Sempre più persone, specialmente donne, restano vittime di questa
patologia psicosomatica. Ebbene, il Karate-dō, se praticato con gioia e
costanza, può farti vincere le paure e puoi riappropriarti della tua identità e
della tua robusta determinazione. La tua forza che sembra scomparsa, è solo
momentaneamente assopita. Dunque puoi recuperarla con facilità, con un briciolo
d’impegno e con l’aiuto del Karate-dō insegnato da un buon Maestro.
Chi è il Maestro
Prof. Alberto Nigi - Laureato in Lettere e poi anche in
Psico-Pedagogia (Scienza e psicologia dell’Educazione), la sua vera professione
è l’insegnamento come docente di Letteratura Italiana presso le scuole
superiori. Si dedica a varie attività culturali nel campo della ricerca
filosofica, linguistica, didattica e delle pubblicazioni. Autore di numerosi
libri in vari campi di studio a cominciare dalla scienza della didattica, è
stato punto di riferimento nell’avanguardia della riforma scolastica delle
Secondarie Superiori. Ovviamente egli riserba, come sempre, il giusto tempo
all’esercizio e allo studio del Karate-dō che non passa mai in seconda linea.
Pratica il Karate-dō (per hobby) fin dal lontano 1963, quando era appena
sedicenne ed ha percorso tutto l’impegnativo tragitto che l’ha portato da
allievo a Maestro, da cintura bianca 6° Kiu a Cintura Nera 6° Dan. Da qualche
anno sta studiando la lingua giapponese per capire più in profondità il
significato delle arti marziali estremo-orientali. È il “pioniere" del Karate-dō
nella Provincia di Massa-Carrara. Portò tale disciplina a Massa da Viareggio nel
1963-64. A quel tempo tale Arte era praticamente sconosciuta e cominciò ad
essere insegnata al numero 12 di Via Maternità, negli scantinati in cui Corrado
Orrico (allora giocatore della squadra di calcio Sarzanese) aveva aperto un
piccolo Centro Sportivo denominato “Athletic Club”. Esistono ancora alcune foto
“storiche” di quell’epoca.
Sul Karate in particolare e sulle Arti Marziali in generale, ha pubblicato tre
volumi di taglio storico, tecnico e scientifico, uno dei quali dedicato alla
formazione degli insegnanti tecnici. Infatti è assolutamente necessario che
l’insegnante possieda le dovute conoscenze e competenze per la garanzia di una
seria professionalità specialmente quando ci va di mezzo la salute psico-fisca
degli allievi. Tutti i genitori che affidano i loro figli ad un insegnante
devono sapere con chi hanno a che fare per non ritrovarsi negli anni a
spiacevoli sorprese, specialmente quando si tratta di discipline marziali.