I grandi maestri di Okinawa: Hanashiro Chomo (1869-1945)

 

 

di Fabrizio Comparelli

 

Il Maestro Hanashiro Chomo nacque nel 1869 e, come consuetudine delle famiglie aristocratiche okinawensi, iniziò fin da piccolo il suo addestramento nelle arti marziali. Ebbe la fortuna di iniziare con il più grande maestro di karate allora vivente, Sokon Matsumura. Tuttavia, data la tarda età di Matsumura, Hanashiro Chomo fu principalmente allievo di Anko Itosu. Itosu, com’è noto, cercò di modernizzare il karate (anche a scapito del rispetto per la tradizione) per farlo entrare nel programma scolastico di Okinawa (cosa che gli riuscì nel 1905) e Hanashiro Chomo rimase a fianco del uso maestro, anche nell’insegnamento scolastico, fino alla morte di quest’ultimo, nel 1915. Intorno al 1920, Hanashiro Chomo era considerato uno dei migliori karateka di Okinawa, un fatto riconosciuto anche dagli altri maestri. Come accennato nel numero precedente di questa stessa rivista, amico inseparabile del maestro Chomo fu Kentsu Yabu. I due condivisero molte esperienze comuni, dalla guerra al discepolato presso Matsumura e Itosu. Entrambi erano presenti al famoso meeting dei maestri okinawensi del 25 ottobre 1936, in occasione del quale si deliberò ufficialmente di mutare il nome di tote-jutsu in quello di karate-do. Eppure, salvo ulteriori acquisizioni, Hanashiro Chomo fu il primo ad utilizzare il termine karate nel significato moderno di ‘mano nuda’ in una pubblicazione del 1905 ‘Karate Shoshu Hen’. Ciò farebbe pensare che probabilmente l’idea di cambiare gli ideogrammi doveva circolare nel gruppo di allievi Itosu, e forse era suggerita da Itosu stesso (anche se egli non la utilizzò nel suo testamento spirituale del 1908), ma è solo una mia opinione. Come che sia, Hanashiro Chomo adottò la grafia ‘mano nuda’ ben prima di Funakoshi, il quale ancora nella sua prima pubblicazione, Tote-jutsu del 1924, utilizzava la grafia ‘mano cinese’.

Furono sempre questi due maestri, Chomo e Yabu, nel 1936, ad avvertire il giovane Shoshin Nagamine (1907-1998, il fondatore del Matsubayashi Shorin-ryu), che i kata in Giappone erano stati stravolti, e che bisognava sforzarsi di conservare la tradizione di Okinawa.

Com’è naturale, il maestro Chomo faceva parte degli istruttori di una organizzazione formata nel 1920 e chiamata Ryukyu Tote Kenkyukai (Club per la ricerca sul Tote): quest’ultima era l’espansione di una precedente società formata nel 1918 da C. Miyagi, che in origine doveva occuparsi di preservare intatti gli insegnamenti di Itosu, Higaonna e Aragaki Seisho, l’ultima generazione di maestri deceduti tra il 1915 il 1918. Tra gli insegnanti figuravano, oltre ad Hanashiro Chomo e Miyagi, anche Kenwa Mabuni, Choyu Motobu, il fratello maggiore di Choky Motobu, e fondatore dello stile Motobu-ryu che ambiva a preservare l’originale Ti di Okinawa . Purtroppo l’Associazione ebbe breve vita a causa della troppa richiesta da parte degli allievi. Se fosse perdurata, oggi il karate okinawense forse avrebbe un’altra faccia.

Tra gli allievi di Hanashiro Chomo figurano Shigeru Nakamura (1892?/1895?-1969), il fondatore del Kempo di Okinawa; Chitose Tsuyoshi (1898-1984), fondatore dello stile Chito-ryu; Nakama Chozo (1899-1982) della scuola Kobayashi; Shimabukuro Zenryo (1904-1969), fondatore dello stile Seibukan ed infine Kinjo Hiroshi (nato nel 1919), maestro del famoso Patrick McCarty e insigne storico del karate.

Proprio alcuni ricordi di Kinjio Hiroshi ci aiutano a conoscere meglio il maestro Chomo. Egli amava discutere il bunkai dei kata sotto ogni aspetto e punto di vista, doveva essere un vero appassionato dei segreti del bunkai. Nella vita quotidiana era un uomo modesto e se fosse dipeso da lui, avrebbe sempre continuato a studiare: era infatti un profondo sostenitore dell’importanza della continuità  nello studio del karate. Era il vero successore di Itosu, ma non se ne vantò mai, come non si vantò mai della sua abilità e non parlò mai male degli altri maestri, anche di quelli che invece parlavano male di lui. Il maestro Hironishi non lo sentì mai pronunciare la frase ‘io sono il successore di Itosu’, anzi furono gli altri maestri a ricordarglielo, e a sottolineargli quanto fosse fortunato ad avere un tale maestro.

Nel 1945 ebbe luogo la terribile battaglia di Okinawa. Stretta ad incudine tra le Forze Americane ed il Giappone, è stato stimato che ad Okinawa in 82 giorni di combattimento perdettero la vita circa 60000 civili. Chi non morì subito, dovette affrontare un orribile periodo di carestia. Molti documenti sulle origini del karate andarono perduti in quei giorni e molte vite di valorosi combattenti. Il Maestro Chomo fu una di quelle vittime. 

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