ALGHERO. Sarà un processo a chiarire la destinazione dei fondi pubblici concessi tra il 1999 e il 2001 alle società «Judo club Alghero» e «Scuola judo catalana» capitanate da Gavino Piredda. Notissimo negli ambienti delle arti marziali (ha appena ricevuto la medaglia d’oro al merito sportivo) Piredda ricopre da nove anni la carica di presidente del comitato regionale Fijlkam. Il maestro di judo è chiamato a rispondere di indebita percezione di erogazioni statali e di malversazione.
I riflettori della Procura, che sottopone al tribunale accertamenti eseguiti dalla Finanza, ci sono gli oltre cinquecentomila euro assegnati in quattro anni da vari enti pubblici alle società di Marras come contributo per l’organizzazione di quattro edizioni del trofeo internazionale di judo «Città di Alghero».
Una manifestazione prestigiosa che porta sul tatami della città catalana le stelle più brillanti del judo femminile. Al pm Giovanni Porcheddu interessa anche verificare la destinazione dei fondi stanziati come rimborsi spese per la partecipazione degli atleti algheresi a vari campionati nazionali di categoria. Secondo le accuse, il maestro Piredda non avrebbe destinato per intero alle finalità di pubblico interesse per le quali erano stati rilasciati i contributi concessi dagli assessorati regionali allo Sport, alla Cultura, dalla Provincia di Sassari, dal Comune e dall’Azienda di soggiorno di Alghero. Insieme a Gavino Piredda è imputato Pietro Bruno Ielpo, titolare del noto ristorante «Da Pietro». Ielpo avrebbe fornito a Piredda fatture per operazioni inesistenti che il maestro avrebbe utilizzato per giustificare le spese.
Ieri mattina, primo giorno dedicato alle testimonianze dopo una lunga serie di udienze tecniche, ha deposto il maresciallo della Finanza che eseguì le indagini nel 2004.
L’inchiesta, partita da Cagliari su segnalazione della Regione, avrebbe evidenziato incongruenze tra le spese rimborsate e le fatture. La deposizione del sottufficiale ieri è stata sospesa e rinviata a giugno. Questo perché, dopo le prime domande rivolte al teste dal pm Giovanni Porcheddu, gli avvocati difensori Francesco Carboni e Barbara Gaddette hanno chiesto che l’esame si limitasse ai rapporti intercorsi tra Gavino Piredda e Pietro Bruno Ielpo.
Una goccia nel mare delle fatture che le due società di judo presentarono per giustificare le spese di viaggio, soggiorno, vitto e organizzazione degli eventi sportivi finiti sotto la lente di ingrandimento. L’avvocato Carboni ha fatto presente al collegio (presidente Plinia Azzena, a latere Capitta e Grotteria) che in almeno due casi (il pernottamento di alcune squadre nei più noti alberghi algheresi) il gup ha ordinato non doversi procedere nei confronti di Gavino Piredda. Dopo una breve camera di consiglio, i giudici hanno dato ragione alla difesa. Tra sei mesi, in aula si parlerà solo delle fatture emesse dal ristoratore.