Eventskarate 04 ottobre 2010
Di sroedner.over-blog.it Martedì 21 settembre 2010
Che la separazione Fikta – Jka Italia non fosse né consensuale né indolore lo si era capito da tempo, nonostante l’articolo tranquillizzante apparso su Samurai di giugno. Chi scrive non era malinformato né intendeva “mettere zizzania” ma solo svolgere onestamente il proprio ruolo di “cronista marziale”. Sinceramente non mi aspettavo però che gli eventi prendessero una così brusca accelerazione, coinvolgendo per primi gli atleti anziché le società oppure i tecnici.
Quanto è accaduto al raduno della nazionale Fikta il 26 agosto è estremamente spiacevole ma chiarissimo nella dinamica dei fatti, in quanto confermato sia dai due atleti interessati, sia dal Maestro Perlati. Molto meno chiare sono le ragioni che hanno portato all’episodio, ma andiamo per ordine.
Primo atto: prima ancora che l’allenamento abbia inizio, De Bartolomeo e la Rigoldi vengono informati dal M° Michielan che “non sono più considerati parte del futuro della Federazione” (la frase citata è riportata nelle relazioni di entrambi gli atleti ed è quindi da ritenersi vera alla lettera). La responsabilità della decisione è attribuita alla Commissione Tecnica della Fikta. Chi fa parte della Commissione Tecnica? I maestri Dino Contarelli (che ne è il presidente), Fugazza, Giordano, Sedioli e Michielan, l’unico membro presente alla riunione con gli atleti.
A domanda della Rigoldi, Michielan risponde che la scelta non è tecnica, ma politica. Mi sembra difficile dubitarne: i due atleti sono reduci da una serie di successi agonistici e, tra l’altro, Ilaria ha vinto 4 medaglie d’oro ai campionati assoluti, mentre Stefano è il campione del mondo ITKF in carica! D’altra parte, un’ipotetica decisione di sostituirli con atleti più in forma avrebbe potuto essere fatta solo alla fine del raduno, con una selezione, come sempre si è fatto con le squadre nazionali.
Quindi, scelta politica, ma scelta giuridicamente sbagliata e moralmente ingiusta, anche e soprattutto se motivata con la partecipazione dei due agli ultimi campionati europei della JKA, perché a marzo non era stato posto ancora il famoso aut-aut (o di qui o di là) e perché nessuno ha chiesto ai due atleti o ai loro maestri quali scelte federali intendessero fare per il 2011! Ingiusto rendere retroattiva una norma che vale solo a partire dal prossimo anno, senza contare che altri atleti che hanno partecipato agli europei JKA non sono stati esclusi ancor prima ancora di cominciare gli allenamenti.
Secondo atto: i Maestri Perlati e Achilli (vice-presidente e presidente della Fikta), presenti sugli spalti, alla decisione dei due atleti di abbandonare l’allenamento, li fermano, dando loro una versione diversa della loro esclusione, che sarebbe stata frutto di una scelta esclusivamente tecnica, “tenendo conto della partecipazione degli atleti ad altre competizioni per dare maggiori opportunità agli atleti stessi” (dalla lettera di chiarimenti cortesemente inviatami dal Maestro Perlati). Sempre Perlati scrive che “sono state spese impropriamente delle parole da parte del Maestro Michielan e dagli allenatori che hanno giustamente ferito i due atleti”. Ma la scelta tecnica, come si è detto, pare inverosimile il ruolo degli allenatori in questo pasticcio sembra secondario: De Bartolomeo e la Rigoldi concordano nel parlare del dispiacere di Guidetti e della domanda di Cardinale (rimasta senza risposta) su “chi fosse il responsabile di questa decisione”.
Terzo atto: il sottoscritto, informato dell’accaduto, prende l’iniziativa di inviare la relazione di Ilaria al Maestro Perlati, al quale è legato da fraterna stima non diminuita da occasionali divergenze di politica federale. Perlati onestamente e sinceramente riconosce l’errore fatto, anche se ne imputa la causa alle “troppe parole dette ingigantendo il problema”, si scusa col Maestro Naito (insegnante di De Bartolomeo) e tempestivamente propone ai due atleti di rientrare nella squadra nazionale, in vista della partecipazione ai campionati mondiali ITKF di novembre (dunque le scelte tecniche non c’entrano!). Dopo lunghe e sofferte riflessioni, entrambi rifiutano l’offerta, sia pure a malincuore, in quanto il rapporto fiduciario con parte della squadra e con la federazione si è incrinato.
Conclusione (citando il Maestro Perlati): “tutti volevano fare bene, tutti erano dispiaciuti ma si è sbagliato nel metodo e nel merito”. Come non sottoscrivere questa affermazione? È possibile che tutto nasca da un errore di interpretazione, da parte di qualcuno, della linea espressa il 25 agosto dal Consiglio Federale? E perché, fra i tanti atleti che hanno militato in entrambe le organizzazioni, sono stati isolati in particolare De Bartolomeo e la Rigoldi, due atleti esemplari sotto ogni punto di vista, citando (sia pure per smentirlo) un gossip (o piuttosto una delazione rimasta anonima) che attribuiva a Ilaria un comportamento scorretto durante gli ultimi campionati italiani, ai quali tra l’altro ero presente anch’io e posso smentirlo con assoluta certezza?
Se si vuole evitare di inasprire ancora di più i conflitti e di coinvolgere atleti incolpevoli che hanno rappresentato al meglio il nostro Paese, è bene che ci sia un solo portavoce delle decisioni prese, e che queste siano giuste, chiare e non punitive verso nessuno.
La Fikta ha sbagliato, e ha saputo ammetterlo. È troppo chiederle più attenzione e più riguardo verso i propri iscritti?