Il Prete e il Karate.

 

A Carpenedolo (BS) tra gli atleti dell’ A.S.K.C. troviamo un insospettabile karateka: Don Roberto Rongoni che brevemente ci racconta il suo incontro con questa disciplina.

 

Il mio primo incontro con il karate risale agli anni delle  scuole medie al mio paese di origine, dai 10 ai 13 anni, con il gruppo sportivo karate Gambara (BS). Dopo 25 anni, quasi per caso, ho incontrato di nuovo sulla mia strada il karate nella persona del maestro, Pierluigi Pajello. Nel corso di una manifestazione, alla quale ero stato invitato, mi è stato rivolto l’invito a frequentare la palestra e così ora, quando mi è consentito dagli impegni, partecipo agli allenamenti. Ho iniziato senza nessuna aspettativa particolare, accompagnato solo dal desiderio di praticare un arte marziale che mi ha appassionato da ragazzo .

Solo in seguito la passione e il piacere di vedere i progressi  nell’apprendimento mi hanno convinto ad affrontare anche le prove d’esame per il passaggio di cintura.

A chi mi chiede perché proprio il karate rispondo solitamente con una battuta: i preti non giocano solo a pallone e poi con i tempi che corrono  devono sapersi difendere. In realtà penso che la palestra mi possa offrire molto altro.

Innanzi tutto la possibilità  di incontrare persone  al di fuori dei ruoli in un certo modo istituzionali: sei prete, e tutti lo sanno, che pratica un’arte marziale e si diverte con altri che condividono la stessa passione. Un secondo aspetto non meno importante è l’attenzione al proprio benessere fisico e mentale a volte si sente la necessità di staccare la spina e di dare modo al proprio corpo di recuperare tono ed elasticità.

Disciplina intesa come rispetto dell’altro e di se stessi, concentrazione nella ricerca della perfezione del gesto atletica, agilità e potenza sono, uniti tra loro, un ottimo mezzo per uno sviluppo armonico della persona.

Pratico il karate a livello dilettantistico e questa parola, spesso considerata in forma dispregiativa, dice che pratico un’arte marziale per “diletto”, per piacere senza la pretesa di voler essere migliore di altri con i quali ti puoi misurare con lealtà e rispetto.

Da “dilettante” penso che oggi vada recuperata questa dimensione della attività sportiva: far prevalere i valori della solidarietà, del lavoro fatto insieme e del sacrificio condiviso con altri (sono parole di Giovanni Paolo II) Il karate per quanto mi è dato di sperimentare può servire a questo scopo.

Chi volesse intraprendere questa bellissima arte marziale può rivolgersi per informazioni alla segreteria A.S.K.C  tel.  335/ 6574946.