Il punto in casa FIKTA

Eventskarate 15 gennaio 2011

di Giovanna Citrelli
 
Lo scorso martedì mi sono recata presso il Dojo del M°Shirai per seguire la lezione che io seguo dal lontano 1989, anno in cui la mia società entrò nella Fikta, fondata nel 1988 dopo la fuoriuscita del Maestro dalla Fikteda, la federazione del Coni, nella quale il gruppo del M°Shirai di cui noi facevamo parte, confluì nel 1979 per poi appunto separarsi di nuovo. Mi ricordo benissimo che il mio insegnante, il M° Roedner, scrisse una lettera in cui giustificò la sua permanenza ancora nella Fikteda perché due sue allieve (la sottoscritta campionessa europea di kata a squadre e capitana della squadra di Kumite femminile e R.Ghidotti, vice campionessa mondiale di kumite individuale ed europea a squadre) erano nella squadra nazionale di kumite. Ricordo questo aneddoto perché mi sembra significativo nel passaggio successivo.

Lo scorso anno abbiamo ricevuto dalla federazione una lettera ed in seguito anche sul giornale della Fikta abbiamo assistito ad una diatriba relativa alla adesione delle società anche all'attività Jka, che è rappresentata in Italia dal M° Naito. La scelta perciò di separarsi da coloro che sceglieranno quel tipo di circuito internazionale, secondo me, non farà altro che creare  perdita di interesse per la nostra disciplina e rimpicciolire ulteriormente una federazione che negli ultimi anni ha perso già troppe palestre e diversi bravi tecnici. Ma la cosa peggiore è stato il modo con cui ciò è avvenuto, soprattutto una mancanza di "stile" nei confronti di persone che hanno dato tanto in questi anni alla Federazione in termini di impegno assiduo e di diffusione della nostra disciplina. Nello specifico mi riferisco all'allontanamento di Assunta Cabiddu e Gianmario Di Emidio, entrambi 6°Dan. La prima è stata  per me negli anni dell'agonismo la prima compagna di squadra e amica, il secondo negli anni successivi un “fratello” leale e sincero, un uomo generoso che ha sempre aiutato chi era in difficoltà, secondo lo spirito del vero karate “Jitakyoei". Bene, sono stati trattati come se 35 anni non rappresentassero nulla. Non condivido questo, come non ho condiviso il modo con cui sono stati esclusi dalla Nazionale i due agonisti Stefano De Bartolomeo e Ilaria Rigoldi. Abbiamo appreso così che anche “da noi” si trattano gli atleti come in molti sport: finché fai comodo alla federazione va bene, ma poi quando non servi più vieni messo da parte, a meno che non ti schieri con il gruppo che in quel momento “va per la maggiore”.
Ho condiviso quello che ha scritto Sergio Roedner a proposito delle gare, dei regolamenti e avevo visto con piacere la possibilità di un ritorno al sistema JKA (quello che era in uso quando si gareggiava ai miei tempi), anche in Italia, grazie appunto ai contatti del M° Naito. Poteva essere un'altra opportunità di crescita tecnica e di confronto, soprattutto per le società che hanno agonisti di rilievo.
Invece è stata fatta una scelta diversa e quindi anch’io ho fatto come Sergio e per quest’anno mi sono tesserata  per la Fikta, solo ed unicamente perché sono allieva del M° Shirai da quel dì.
Avremmo preferito che la federazione ci avesse interpellato: una scelta del genere, se si è in democrazia, andava sottoposta a voti dei tecnici, almeno di quelli che, come me e tanti maestri/e,  praticano da più di 35 anni. Grazie dello spazio concessomi.

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