Karate

La forza della tradizione. 

(considerazioni di un vecchio maestro)

Pierluigi Paiello 

 

La dicitura scelta per far conoscere la nostra Scuola di Karate, l’A.S.K.C. (Associazione Sportiva Karate Carpenedolo) è “ la forza interiore” per sottolineare che questa disciplina non ha soltanto l’obiettivo di un corretto potenziamento muscolare ma anche quello di rafforzare il ragionamento, di esercitare la costanza, di sviluppare la geometria dei movimenti. Purtroppo da tempo, da quando il karate ha conosciuto grande diffusione in tutto il mondo, si tende a dimenticare questi principi a favore di un Karate “nuovo”, più occidentale, visto soprattutto come sport distaccato dalla filosofia in cui affonda le sue antiche e millenarie origini ed alcuni Maestri si vantano di essersi così rinnovati per stare “al passo con i tempi” ed avere la palestra piena di atleti. Io desidero invece che alla forza interiore si abbini “ la forza della tradizione”, i valori originali, i principi base, le tecniche vanno mantenuti anche se non nella forma esasperata della parte più conservatrice dell’oriente. Invece oggi troppo spesso le competizioni vengono considerate l’unico obiettivo degli allenamenti, mentre sono solo uno degli aspetti che sicuramente contribuiscono a rendere più attraente questa disciplina. Ne consegue tutto un fiorire di campioni ”provinciali”, “regionali”, “nazionali”, quando non addirittura “mondiali” che sanno sì tirare calci e pugni ma hanno completamente tralasciato tutte le componenti spirituali  e filosofiche che sono considerate solo fastidiosi e controproducenti retaggi del passato.

Per il Maestro Gikin Funakoschi, fondatore della Japan Karate Association morto nel 1957 all’età di 88 anni, il Karate era si un’arte marziale, ma anche un modo per plasmare il proprio carattere.

Dalle sue antiche origini nell’isola di Okinawa ad oggi  ne è passato di tempo e certo non si può pretendere che nulla sia cambiato da quando questa misteriosa arte marziale serviva per aumentare la resistenza alla dura vita dei monaci e poi a difendersi prontamente senza far ricorso alle armi ( Kara = vuoto te = mano ) ma alcune affermazioni che ho trovato rileggendo “La filosofia del karate del Maestro Funakoshi” regalatami tanti anni fa dal suo autore Luciano Padoan , allievo del grande Maestro e amico Bruno De Michelis possano sicuramente farci riflettere anche oggi.

Ve le ripropongo, permettendomi qualche breve commento:

v      “ L’arte non fa l’uomo, l’uomo fa l’arte.”

v      “ Il vero karate mira internamente ad allenare la mente sviluppando una coscienza chiara per affrontare il mondo con verità mentre esternamente sviluppa forza.”

v      “ Mente e tecnica devono diventare una sola cosa nel vero karate.”

v      “ Quelli che praticano il Karate – Do devono considerare la cortesia come la cosa più importante.”

v      “ L’allievo di Karate deve essere sempre pronto ad accettare le critiche degli altri, non deve mai dimenticare di avere una mente umile e maniere gentili.”

v      “ Sono individui ottusi ed immaturi coloro a cui piace parlare dell’acquisizione di qualche piccola tecnica e quelli che con poca conoscenza che si comportano come se fossero degli esperti !”

 Invece oggi succede proprio questo: tutti dopo aver acquistato un minimo di tecnica, si sentono Maestri ed aprono nuove palestre mettendo se stessi al centro dell’ universo e cancellando ogni traccia di gratitudine per chi li ha aiutati fino a quel momento. Questo gesto da solo deve farci riflettere sul fatto che questi non hanno imboccato la via del Karate e qualsiasi cosa possano dire o fare non è “vero” Karate .