Lettera aperta del Presidente U.S. ACLI

 

di  ALFREDO CUCCINIELLO

 

Caro Direttore,

Le scrivo subito dopo aver letto, sul numero di aprile di Samurai,un Suo reportage sul confronto tenuto a Firenze tra Franco Biavati, Presidente di ADO-UISP, e Matteo Pellicone, Presidente della Fijlkam. Leggendo il Suo -come sempre- brillante articolo, scopro che io e l'USacli siamo diventati oggetto di riflessione da parte dell'inossidabile Presidente federale; un onore al quale non pensavamo di poter aspirare e che naturalmente esalta il mio ego e la dose di vanità e narcisismo che ci accompagna. Scherzi a parte, se Ella riterrà utile pubblicare questo mio scritto, saremo a maggio, ed io non sarò più nè il Presidente nazionale dell'USacli nè il coordinatore degli Enti di Promozione. Il prossimo 15 aprile si procederà infatti all'elezione del nuovo Coordinamento, e successivamente, dal 24 al 26 aprile, si celebrerà il XIII Congresso nazionale dell'USacli: non sono candidato, in nessuna delle due occasioni. Non sono interessato ad un ruolo nel Coordinamento, ritenendo conclusa una esperienza quadriennale, esaltante per certi versi, faticosa ed improduttiva per altri.

Per quanto riguarda l'USacli, ho invece concluso i due mandati e gli otto anni previsti nello Statuto quale limite massimo per l'esercizio delle responsabilità di Presidente. E' un limite che non ci ha imposto la Legge Urbani-Pescante, ma che ci siamo dati autonomamente, senza costrizioni. E' il nostro rendere omaggio alla "democrazia", un valore fondante della nostra esperienza: un valore che mi auguro non risulti  sconosciuto al Presidente della Fijlkam; un Presidente buono per tutte le stagioni, con consensi che percentualmente crescono via via che diminuiscono i sodalizi affiliati. Probabilmente tra le due cose c'è un nesso, ma la questione non mi appassiona e poco mi riguarda.

Dottor Bartoletti, caro GSB, io mi fido della Sua grande esperienza, anche in campo giornalistico, e pertanto ritengo che il Presidente della Fijlkam abbia detto a Firenze ciò che nel Suo articolo è virgolettato ed in corsivo. Ad alcune di quelle affermazioni sento di dover replicare, in omaggio alla verità, auspicando che si apra finalmente un dibattito serio, franco, senza preconcetti e distorsioni.

Prima questione; "Gli Enti di promozione non sono tutti uguali", afferma Pellicone; "e meno male", aggiungo io, perchè se fossero tutti uguali ne basterebbe uno solo. Occorrerebbe troppo spazio per una riflessione approfondita, che pur bisognerebbe fare, sulla storia e l'identità delle varie associazioni; su cosa vuol dire, per ognuno degli Enti, "promozione dello sport"; sui diritti costituzionali; sulla libertà di associazione. Semplificare è quasi sempre riduttivo, e quindi passo oltre.

Seconda questione: Gli Enti sono troppi con alcuni che "vanno e vengono per mancanza di quei requisiti, troppo pochi, che il Coni richiede". A me, invece, sembra che il Coni di requisiti ne richieda fin troppi, e purtroppo essenzialmente di carattere numerico, senza preoccuparsi di  inserire

parametri qualitativi. Probabilmente, proprio la ricerca dei numeri porta alcuni Enti a rischiare di smarrire la propria identità e di perdere di vista la propria mission, imitando o scimmiottando le Federazioni. Beato chi dorme sonni tranquilli "nel ventre della vacca". Io vorrei vedere lo stato d'animo del Presidente Pellicone se il Coni richiedesse a tutte le Federazioni alcuni requisiti, quali un certo numero di società, un certo numero di iscritti, la presenza in un determinato numero di Regioni e Province. E non mi dispiacerebbe che il Coni, oltre a richiedere tali requisiti, andasse a verificare "come" si vive la democraticità all'interno delle Federazioni.

Un approfondimento lo meriterebbe anche la terza questione sollevata dall'intervento del presidente della Fijlkam, ossia il tema delle riforme che andrebbero lasciate, a suo dire, "in mano a gente dello sport". A me pare di leggere in queste affermazioni una antistorica riproposizione dello sport quale "isola felice" del tutto estranea ed impermeabile a quanto avviene nella società, in Italia, in Europa e nel mondo. Alla politica si chiede di non occuparsi di assetti, di "problemi e strutture" dello sport, salvo a invocarne l'intervento, a chiedere un aiuto dello Stato e politiche pubbliche in materia di finanziamenti.

La mia lettera è però da mettere in relazione con la citazione "a sproposito" dell'USacli e del sottoscritto, laddove si legge: "è il primo che disattende i regolamenti, conglobando non società ma Federazioni". La lingua batte dove il dente duole ed il Presidente federale persevera nel rimproverarmi una posizione che, dal mio punto di vista, è la più corretta.  Sforzandomi di essere sintetico, cosa non  semplice data la delicatezza dell'argomento,ho il dovere di replicare, e lo faccio per punti:

1- Di quali regolamenti violati parla il Presidente Pellicone? E' vero, oppure non, che esiste una convenzione standard siglata da Coni ed Enti, un regolamento che disciplina i rapporti tra Federazioni ed Enti, che la Fijlkam puntualmente disattende, proponendo una convenzione "personalizzata" che inserisce vincoli, per noi inaccettabili, quali la distanza minima tra una palestra e l'altra o l'obbligo di disporre di un impianto sportivo già all'atto della prima affiliazione del gruppo sportivo?

2- E' vero, oppure non, che la Fijlkam obbliga, esplicitamente, le sue società a non affiliarsi ad alcuni Enti -ed all'USacli in particolare- vietando un percorso che è anche ideale, prima che tecnico ed organizzativo?

3- L'USacli intrattiene rapporti con Federazioni che si occupano di arti marziali ma non le congloba. Le società appartenenti a quelle realtà associative non sono automaticamente affiliate all'USacli.

4- Per come la vediamo noi, un Ente di Promozione Sportiva ha il dovere -e non solo il diritto- di accogliere chi ad esso si avvicina, vuoi perchè ne condivide "mission" e "vision", vuoi perchè ne condivide il progetto, le finalità, la proposta organizzativa e tecnico-sportiva.

5- Ma le Federazioni cui si riferisce il Presidente della Fijlkam praticano sport oppure sono associazioni di categorie professionali, così come ad esempio i pizzaioli, i parrucchieri, i bancari?

6- Se quelle stesse Federazioni fanno sport e non trovano accoglienza nella Fijlkam, devono sciogliersi o darsi alla clandestinità? Non è preferibile che, pur non riconosciute dalle Federazioni del Coni, restino in qualche modo legate agli assetti previsti dall'ordinamento sportivo?

7- Proprio perchè l'USacli non vuole fare concorrenza alle Federazioni del Coni, fedele alla scelta dello sport quale diritto di cittadinanza e allo sport "sociale e per tutti", riteniamo di poter intrattenere rapporti con tutti i soggetti dell'associazionismo sportivo e di dover essere accoglienti sopratutto con gli espulsi e/o non interessati dal contesto federale.

8- Se il Presidente Pellicone è convinto che quelle Federazioni operino in regime di illegalità, perchè non si appella ad autorità che possano interromperne ed impedirne l'attività?

9- Tra le Federazioni che puntano solo "a far cassa" il Presidente della Fijlkam annovera anche quella che opera in strettissima connessione, direi in simbiosi, con l'ISI del Maestro Shirai del quale, giustamente, si tessono grandi elogi?

10- Come mai il Presidente della Fijlkam non batte ciglio quando una Regione ed un Assessorato prendono delle iniziative nel campo della formazione di quadri tecnici? Anche queste -se interpretiamo bene il Suo pensiero- rappresentano delle ingerenze, delle sleali concorrenze nelle attività della Federazione che presiede, governa e domina.

11- Il Presidente Pellicone punta l'indice su una organizzazione, l'USacli, che in maniera corretta e coerente non firma la convenzione perchè non ne condivide tutti i contenuti; sarebbe più contento se -come fanno altri- si firmasse la convenzione e si continuasse ad intrattenere rapporti con altre Federazioni diverse dalla Fijlkam? Basta leggere Samurai e le varie pagine redazionali per osservare che altri Enti di Promozione "passeggiano" tranquillamente sulla convenzione. In quel caso, il Presidente Pellicone non si sente preso per il ...naso?

Dalla lettura del resoconto del convegno, che ritengo fedele, trovo singolare che in un confronto sul tema "Prospettive e sviluppo delle arti marziali", peraltro organizzato da un Ente di Promozione, il Presidente federale preferisca innestare una polemica citando chi non può ribattere. Mi meraviglia che si parli di effetti e non di cause; non mi spiego come, di fronte ad un acclarato calo di società e di iscritti, e di fronte alla fuga di personaggi di indubbio spessore e prestigio, stando a quanto mi dicono persone del settore, si parli di dove questi vanno a finire e non del perché se ne vanno. Invece che tentare di ricucire, di mettere ordine, di fare del bene a discipline che si dice di “amare” si acuiscono le spaccature.

Io nel mio pur lungo percorso di dirigente sportivo, ho avuto modo di incontrare solo una volta il Presidente Pellicone, e qui ribadisco quanto ebbi a dirGli in quella circostanza; l'USacli e Alfredo Cucciniello sono tra coloro che riconoscono il ruolo della Fijlkam e lo rispettano, ma non intendono snaturare il proprio ruolo. Noi sentiamo la responsabilità di promuovere lo sport, in qualsiasi forma, quale strumento di "promozione della persona" e salutiamo con favore la discesa in campo di nuovi soggetti che abbiano a cuore la salute, il benessere, la vita buona per tutti i cittadini. Preferiamo considerare tutti "compagni di viaggio" piuttosto che concorrenti.

Concludendo, e ringraziando per lo spazio eventualmente concessomi, invito il Presidente Pellicone ad affrontare i problemi che angustiano il mondo delle arti marziali, prendendo il toro per le corna invece che dalla coda. Se scende dal ciliegio e si fa un giro tra i comuni mortali può trovare alleati proprio tra coloro che demonizza e che pretenderebbe di prendere con la clava. 

 

Home