A proposito…

 

NON TUTTO VA BEN, MADAMA LA MARCHESA…

eventskarate N.1 2005

 

Di Edgardo Sogno                                                                                                                                                                         

 

Leggendo la bellissima rivista federale ATHLON, è tutto un elenco di cose belle, di personaggi “illuminati”, di trionfi e di successi in ogni campo, in tutti i settori ed in ogni parte d’Italia, d’Europa e del Mondo.

Il tesserato, riceve puntualmente ogni mese la rivista in palestra e, leggendola, ha la sensazione  di operare in una realtà idilliaca dove tutto funziona a meraviglia e dove, soprattutto i nostri dirigenti e tecnici sono tra i migliori, in assoluto, dell’intero panorama sportivo.

Sicuramente, diciamo noi, è così, ma i praticanti di karate sono a conoscenza di altre realtà che, secondo quanto riportato su altri giornali del settore, sono altrettanto (se non addirittura di più) valide, idilliache, ricche di Dirigenti, atleti, arbitri e tecnici della Federazione fjilkam.

Al di fuori di questo mondo del karate, descritto dalle riviste di settore come bello e ricco di personaggi di “enorme” spessore dirigenziale (qualcuno dovrebbe spiegare a tutti i karateka, perché tali scienziati ancora non sono stati capaci di traghettarci nei Giochi Olimpici…) c’è una stampa neutrale e, sicuramente più imparziale, che giudica la situazione delle arti marziali… un poco meno idilliaca… di quanto “certi” dirigenti si sforzano di far apparire.

Noi diciamo che hanno ragione sicuramente i nostri grandi ed illuminati Dirigenti Federali e non (basta che appartengono al mondo delle arti marziali e del karate in particolare) ma, per dovere di cronaca, riportiamo di seguito due articoli (tra i tanti pubblicati di recente) dove due tra le più importanti testate giornalistiche nazionali giudicano dal loro punto di vista l’attuale situazione dello sport del karate e dello judo, anche in considerazione dei deludenti (secondo loro) risultati delle Olimpiadi di Atene 2004.

Ripetiamo, noi non esprimiamo opinioni, ma ci limitiamo, sempre con la massima umiltà che ci contraddistingue, a riportare due articoli esemplificativi.

 

Da: La Stampa del 02 gennaio 2005:

ARTI MARZIALI, CI VORREBBE UN BRUCE LEE AZZURRO. Di Vincenzo Bacarani

 

Le polemiche federali e interfederali fiaccano il movimento: il judo si è snaturato e il karate è ormai una galassia diventata incomprensibile.

Annus horribilus per le arti marziali italiane quello appena finito e tante speranze di riscatto per il 2005. Ad aver determinato il fallimento su quasi tutti i fronti non sono state solamente le Olimpiadi di Atene (su quindi atleti partecipanti un bronzo e quattro classificati nei primi otto, bilancio nettamente inferiore alle attese) ma le estenuanti polemiche federali, interfederali che ormai da decenni fiaccano gli impulsi dei volenterosi atleti che, coinvolti loro malgrado  nelle diatribe di carattere politico, si sentono abbandonati a se stessi.

Il pianeta delle arti marziali è un pianeta piccolo ma vivacissimo e nervosissimo.

Basti pensare che, a causa della sua litigiosità, tra le federazioni internazionali il karate non è sport olimpico. Questa è la fotografia della situazione italiana ad inizio anno.

 

Judo: è l’are marziale più conosciuta, ma è anche l’arte marziale che, insieme al karate, si è snaturata strada facendo diventando una semplice e banale lotta in cui conta soprattutto l’allenamento e l’abilità fisica.

La FIJLKAM (Federazione nazionale del CONI) negli anni passati ha ottenuto ottimi risultati ma ora sta scontando una notevole flessione di interesse da parte dei praticanti.

L’unico bronzo, Lucia Morico nelle donne categoria sotto i 78 kg. al di là della validità dell’atleta, non può certo costituire un messaggio incoraggiante per i giovani che vogliano accostarsi a livello sportivo a questa disciplina.

 

Karate:  sta ormai diventando una sorte di boxe occidentale. Suddivisa per pesi, la specialità ha perso l’80% del suo significato. Il karate in Italia è frammentato in un centinaio di federazioni private nate da scissioni e scismi; una galassia incomprensibile.

La FIJLKAM rivendica una sorta di primogenitura e di governo su questa attività sportiva, ma nessuno sa su quali basi le federazione del CONI  rivendichi tali diritti.

La polemica tra il Presidente federale Pellicone Matteo e quelli delle numerose altre federazioni italiane che gli stanno sottraendo molti iscritti, sono all’ordine del giorno.

Al momento resta una chimera l’ipotesi che il karate possa essere considerato sport olimpico.

 

DA TUTTE NOTIZIE DELLA GAZZETTA DELLO SPORT del 01 febbraio 2005:

JUDO: RIVOLUZIONE AZZURRA, CAPPELLETTI TORNA D.T.

 

Giro di vite alla Federjudo. Dopo l’esito disastroso dell’Olimpiade di Atene (a medaglia solo Morico Licia, bronzo), il presidente Matteo Pellicone ha cambiato tutto lo staff.

Dimissionario dopo otto anni il direttore tecnico Vittoriano Romanacci (resterà come consulente), il responsabile sarà Franco Cappelletti, 65 anni, che portò Gamba sul podio a Mosca e Los Angeles. Neo vice presidente della FIJLKAM, coordinerà 4 tecnici così ripartiti:

Raffaele Toniolo perla Nazionale Universitaria, Marino Beccacece per la squadra militare, Giorgio Vismara per la juniores e Felice Mariani per la seniores.

Il settore giovanile con la nazionale cadetti è stato affidato a Nicola Morace, che si avvarrà della collaborazione di Diego Brambilla ed Emanuela Pierantozzi.

 

Ma insomma la situazione del judo e del karate nazionale è tutta un idillio o è un… esito disastroso… una galassia incomprensibile… un Annus horribilus… fallimento su quasi tutti i fronti… appare improbabile il riconoscimento olimpico… centinaia di federazioni del karate… estrema litigiosità in qui gli sforzi degli atleti, loro mal grado, sono coinvolti… alle Olimpiadi di Atene bilancio nettamente inferiore alle attese… polemiche estenuanti federali ed  interfederali… diminuzione di interessi   per le discipline marziali e flessioni di tesserati… atleti che si sentono abbandonati e se stessi…