Oss!
(OSU!)
Eventskarate 15/03/2008
A Cura di Luca De Marino
Nella pratica del Karate, ed in particolar modo nelle scuole di stile Shotokan,
il saluto è spesso accompagnato dalla parola Oss, che si pronuncia in questo
modo ma si scrive Osu, anche se io continuerò a scrivere Oss così come viene
pronunciato.
Il termine Oss può venire usato in circostanze differenti e assumere significati
diversi: dal saluto, al grazie, dal voler richiamare l'attenzione di qualcuno,
ad indicare di aver compreso la spiegazione del Maestro, dall'esprimere
un'approvazione, al voler manifestare la propria stima verso una persona.
In alcune palestre l'uso di questo termine viene apprezzato e incoraggiato, in
altre diviene addirittura un obbligo e riveste una condizione quasi mistica, in
altre ancora viene severamente vietato e disprezzato.
Tuttavia Oss afferma una delle lezioni più importanti del Karate-Do e della vita
stessa che purtroppo non tutti comprendono.
Il termine Oss è comparso per la prima volta all'inizio del ventesimo secolo
negli ambienti militari e più precisamente veniva utilizzato dagli ufficiali
della marina imperiale giapponese, solo successivamente divenne di uso comune
tra gli allievi di Karate che, probabilmente, facendo ritorno da campagne e
addestramenti militari introdussero questo termine nella pratica del Karate-Do.
Oss è un termine un po' militaresco, informale, molto confidenziale e mascolino.
Un giapponese distinto non userebbe mai questo termine e potrebbe sentirsi
offeso nel riceverlo, prendendolo come un eccesso di confidenza e dunque una
mancanza di rispetto. E' bene quindi utilizzarlo solo negli ambienti sportivi,
maschili e amichevoli. Anche nei confronti di una donna Oss non dovrebbe essere
utilizzato a meno che lei non faccia parte di un gruppo atletico, sportivo, come
nel caso delle scuole di Karate-Do, dove Oss viene comunemente accettato e
utilizzato da tutti.
Vi sono sostanzialmente due teorie sull'origine della parola Oss.
La prima è quella sostenuta dal Dott. Mizutani Osamu, docente universitario ed
esperto linguista, il quale in una delle sue pubblicazioni sostiene che Oss sia
la contrazione dell'espressione "Ohayo Gozaimasu", che tradotto letteralmente
significa: "è persto" o "essere in anticipo", e che, a noi italiani detto così
non dice molto ma in Giappone viene comunemente usato come il nostro "buon
giorno".
La seconda teoria, la più accreditata, ritiene che Oss sia sempre una
contrazione ma in questo caso dei termini "Oshi Shinobu", che scritti in Kanji
contengono gli stessi ideogrammi usati per scrivere Oss e di conseguenza lo
stesso significato intrinseco.
In entrambi i casi Oss viene scritto con gli stessi ideogrammi, più
precisamente, il primo del termine Oshi ed il primo del termine Shinobu, in
questo modo:
押(O) 忍(Su)
Il primo Kanji che raffigura l'O significa premere, spingere, sollevare
sopra la testa, indicando uno sforzo massimo, quasi insostenibile, ai limiti
della propria sopportazione.
Il secondo ideogramma, Su, significa resistere, perseverare tenacemente,
soffrire ...in silenzio.
Oss, Osu quindi significa resistere spingendosi al limite, perseverare nello
sforzo massimo, soffrire sopportando l'insopportabile. Di più ancora implica una
compiacenza nello spingersi ai limiti della resistenza psicofisica, perseverando
sotto qualunque tipo di pressione. Questa resistenza del carattere e dello
spirito, viene sviluppata con un addestramento duro, esigente, instancabile, ed
è conosciuta come "Osu No Seishin", lo spirito di Oss.
L'ideogramma rappresentante il suffisso Su inoltre è composto di due radici che
significano lama e cuore. La concezione di questo significato per i giapponesi
si esprime con il rimanere impassibili e in silenzio anche se il cuore viene
trafitto da una lama.
Durante la nostra esperienza nella pratica del Karate-Do, questo concetto non
sempre è presente, eppure dovrebbe essere un'importante modello comportamentale
a cui tutti dovrebbero mirare.
Spesso, durante la pratica, vediamo persone intente a mostrarsi impegnate solo
quando sanno di essere osservate dal loro Maestro piuttosto che concentrarsi
realmente su ciò che stanno allenando, si vedono praticanti che cercano di
mascherare il loro insoddisfacente rendimento giustificandosi con scuse di vario
genere, o ancora si incontrano persone che cercano di mettersi in mostra e di
attirare l'attenzione del Maestro con interventi spesso fuori luogo. In altri
termini queste persone si impegnano maggiormente nel cercare di nascondere le
proprie mancanze, di apparire come non sono realmente, cercando più una
gratificazione, una "ricompensa", piuttosto che dimostrare con la loro pratica
di essere interessati alla ricerca della via, al vero spirito di Oss. Ma i
karateka sono tutt'altro che scimmiette da ammaestrare con l'incentivo di una
ricompensa.
Vi sono invece uomini che praticano nel loro silenzio con umiltà, sono uomini
riservati che hanno dedicato anni al loro lavoro e alla loro arte, sono divenuti
esperti, sono veri maestri, eppure non se ne fanno vanto. E' in questo modello
di uomini che dovremmo cercare ispirazione.
Il Karate-Do è un'arte che richiede costantemente una grande riflessione
interiore che deve portare alla ricerca della verità, intesa come consapevolezza
e maturità, piuttosto che alla ricerca di gratificazioni estemporanee.
Chi manifesta l'uso del termine Oss, in ogni pensiero, in ogni azione, può
considerarsi pronto a conformarsi allo spirito di Oss, anche nella vita di tutti
i giorni al di fuori del Dojo.
Solo così è possibile cercare di comprendere il significato più profondo di Oss,
che racchiude in se due opposti, l'aspirazione e la pazienza, che tuttavia fusi
tra loro portano ad una vera condotta marziale, alla ricerca del Do.
OSS!