Pescante "Italia 2020? Andiamo male"
Eventskarate 02 dicembre 2009
Eurosport - ven, 23 ott 12:30:00 2009
Il vicepresidente del Cio si esprime sulle candidature dubbie per il 2020, mentre il coni ha varato un decalogo affinché città impreparate si presentino all'appello per organizzare i Giochi. Intanto Milano dichiara ufficilamente di non voler concorrere
L'affare olimpico italiano si complica. Mario Pescante, appena eletto vicepresidente del Cio, non ha infatti gradito il modo in cui le città italiane interessate stanno gestendo la propria candidatura a diventare organizzatrici nel 2020.
Le candidate già ufficiali sono Roma e Venezia, ma pare che continuino a piovere proposte: "Se continua così per le Olimpiadi del 2020 sono pessimista - dice - Oggi ho appreso che la Sardegna si candida per gli sport acquatici. Siamo sul piano dell'irrisione, si fanno proposte solo per parlare, solo per campanilismo. Il provincialismo impera, siamo noi i primi nemici di noi stessi. Le Olimpiadi si vincono e si perdono per come il sistema Italia funziona, ma devo ammettere che le premesse sono pessime".
Pescante era a Palazzo Chigi per illustrare il riconoscimento al Cio da parte dell'Onu (definendolo "Un giorno di grande orgoglio. Era la mia prima missione da vicepresidente, questo è un miracolo di Frattini e della democrazia italiana").
In effetti nei giorni scorsi si era parlato anche di Bari e Palermo, ma dal Coni dicono di averne avuto notizia soltanto dai giornali, senza ricevere proposte ufficiali. Per regolamentare questa corsa all'appalto, lo stesso Coni ha varato un "decalogo" per poter presentare la propria candidatura, cui tutte le città dovranno aderire per poter essere prese in considerazione. Sarà poi il Coni stesso a convalidare o meno la candidatura. "Godiamo di una certa credibilità nel mondo e non possiamo perderla con candidature estemporanee - aveva sottolineato il presidente Gianni Petrucci - Quando si presenta un progetto deve poter essere speso a livello mondiale servono cose concrete e non solo il fascino di una bella città. Ha perso perfino Obama".
Questo decalogo è stato creato affinché "le candidature siano credibili. Nella presentazione di una città dobbiamo essere seri e dobbiamo essere convinti che la nostra scelta abbia la possibilità di vincere e di aggiudicarsi i Giochi", ha spiegato ancora Petrucci. Ma che cosa recita questo regolamento? Si va dal divieto di usare i Cinque Cerchi olimpici in loghi e brochure al divieto di candidatura congiunta per due città.
Benché la giunta provinciale, con l'appoggio della stessa sezione del Coni, fossero favorevoli, una delle maggiori indiziate alla candidatura si ritira. Milano non parteciperà alla sfida, nonostante tutti i milanesi sognino da anni di potersi quantomeno proporre al posto di Roma e nonostante le migliorie apportate alla città perl l'Expo 2015 potessero essere un buon viatico per fornire la città di impianti all'avanguardia altrimenti assenti. E' proprio l'assegnazione dell'Expo che ha spinto il sindaco meneghino Letizia Moratti a mettersi in disparte: "Non vogliamo disturbare altre città. Per l'Expo c'erano altre località in competizione con noi; In questo caso ci sono altre candidate e non vogliamo creare problemi".
Ilaria BOTTURA / Eurosport