Shosin Nagamine

di Fabrizio Comparelli

L’Essenza del karate-do di Okinawa. Edizioni Mediterranee, 2002, pp. 279  € 18, 45 trad. it. di Alessio Rosoldi.

Titolo originale The Essence of Okinawan karete-do (1976).

 

Shosin Nagamine (1907-1997) è uno dei maestri contemporanei del karate tradizionale okinawense più famosi al mondo. ‘Fondatore’, dello stile Matsubayashi-ryu, un nome che Nagamine ha ottenuto da una diversa lettura dei medesimi kanji che compongono il più noto termine shorin. Infatti il kanji pronunciato sho, che in dica il ‘pino’, può infatti anche esser letto matsu, mentre la parola ‘foresta’, può essere pronunciata sia hayashi (con scambio fonetico di h in b) oppure rin. Generalmente dunque, questo stile si chiama shorin ryu, mentre quando lo si vuole distinguere come quello specifico della famiglia Nagamine, lo si indica come matsubayashi ryu.

Il volume, dopo la prefazione di Junji Nishime e la premessa di Jugo Toma, è suddiviso in due parti costituite da numerosi sottocapitoli. La prima parte riguarda una breve storia del karate do, fino alla rinascita del dopoguerra, con rapide considerazioni sulla nascita dello sport karate. Dopo di ciò Nagamine sensei affronta il capitolo dei ricordi e del proprio discepolato sotto Ankichi Araraki, Chotoku Kyan e Choki Motubo. Seguono alcune considerazioni personali sulla filosofia del karate do sviluppata da Nagamine.

La seconda parte del libro, preponderante, è invece totalmente incentrate sull’interpretazione dei kata del Matsubayashi-ryu. Tutte le posizioni, schedate in fotografie, vengono analiticamente descritte, unitamente alle tecniche di percussione sia di pugno che di braccia, e di parate.

La parte più interessante è senza dubbio però l’esecuzione dei kata di questo stile okinawense, ed è questa la sezione veramente preziosa del volume. Per i praticanti appassionati di kata ed evoluzione dei kata, si tratta di una vera chicca. I kata descritti, che comprendono tutto il patrimonio tradizionale del Matsubayashi-ryu, sono i seguenti: Fukyugata 1-2; Pinan 1-5; Naihanchi 1-3; Ananku; Wankan; Rohai; Wanshu; Passai; Gojushiho; Chinto; Kusanku.

Solo avendo una visione quanto più possibile oggettiva dei kata praticati ad Okinawa è possibile apprezzare le modificazioni apportate in Giappone, e riflettere perciò sul concetto di ‘tradizione’.

Il volume prosegue con gli esercizi di preparazione al combattimento (yakusoku kumite I-VII), ed una appendice dedicata al kobujutsu.  

Un libro che induce senza dubbio ad una accurata meditazione sulla storia e sullo sviluppo del karate. Da leggere.