Stage   J.K.A.   Italia

Imola (BO)  -  8 Ottobre 2006

di Fernando Stocchi

Domenica 8 ottobre 2006 presso la Palestra Cavina di Imola (BO) si è tenuto uno stage della J.K.A. Italia aperto a tutte le federazioni, e così alle ore 5:00 Alfredo Recchia, Cinzia Ceneri, mio figlio Fabio, il sottoscritto Fernando Stocchi e alcuni allievi della nostra Scuola, precisamente Francesco Stecca, Sofia Saadoun e Michela Vargiu  ci siamo avviati per raggiungere la sede dello stage.

Anche questa volta la levataccia mattutina è assicurata, ma purtroppo finché gli stage continueranno a svolgersi lontano dalla nostra sede (leggi Nord Italia e Sud Italia),  per noi che frequentiamo assiduamente le lezioni dei nostri Maestri di riferimento Hiroshi SHIRAI e Takeshi NAITO sarà sempre così!

Tornando a botta, dopo esserci tutti riuniti a Valmontone (RM) ci siamo apprestati a fare queste quattro ore circa di viaggio. Questa volta alla guida c'era Alfredo e così ne abbiamo approfittato per farci un supplemento di dormita.  Come sempre accade per le uscite direzione Nord Est (Pesaro, Imola, Igea Marina ecc.), tappa obbligatoria per la colazione è Deruta (PG), e poi dritti come un fuso verso la meta, raggiunta verso le ore 10:00. Qui ancora una volta e come sempre, saluti e scambi di impressioni con i nostri amici, e poi via sul tatami. Questa volta sono stato incerto fino alla fine se partecipare o no allo stage in quanto reduce da un problema muscolare ad un polpaccio ancora non perfettamente assorbito, ma vuoi perchè la voglia era quella giusta, vuoi perchè spronato e consigliato da Alfredo e da Angelo Potere ad allenarmi poiché il lavoro avrebbe affrettato la ripresa normale del muscolo, così ho fatto senza pensarci su. Devo dire che avevano ragione loro in quanto alla fine dello stage durato circa tre ore, a parte la fatica in generale, i dolori erano scomparsi. Quando i consigli vengono da persone di cui mi fido ciecamente, per me sono come il vangelo, si eseguono e basta!

Veniamo ora allo stage nello specifico. Questa volta eravamo veramente tanti, e la prima riflessione che mi viene da fare è il constatare con piacere la grande presenza delle Cinture Colorate (come la mia...). Una presenza così marcata da indurre i Maestri a suddividere i presenti oltre che per i canonici 1°-2° Dan da una parte e 3° Dan in su da un'altra, anche per Cinture Colorate. Questo è un grande segnale positivo perchè significa che i Tecnici che insegnano nelle palestre cominciano a portare anche i loro  allievi facendo crescere sempre più l'interesse per la  J.K.A. Italia e per quello che questa Associazione può significare per tutti noi.

Quindi dicevamo dello stage. Per la prima parte, come doveroso, il M° SHIRAI ha preso per mano il gruppo dei 3° Dan in su "curandolo" a modo suo! Il M° NAITO (sempre a modo suo...) ha invece "curato" il gruppo dei 1°-2° Dan. Nella seconda parte dello stage i Maestri si sono scambiati i gruppi, come sempre fanno mentre noi povere Cinture Colorate ci siamo dovuti "accontentare" del M° PERLATI!

Naturalmente sto scherzando (e ci mancherebbe altro...) poiché quello che è il nostro pensiero nei riguardi dei nostri Maestri Giapponesi è noto e riscontrabile in numerose pagine pubblicate sul nostro sito web, e in quanto al M° Giuseppe PERLATI che dire, basta ricordare che pratica il Karate con  il M° SHIRAI dal 1965, anno in cui ha messo piede in Italia e da allora lo ha sempre seguito senza MAI ABBANDONARLO. Sono più di quaranta anni, una vita dedicata al Maestro e al Karate!

Come dicevo ho volutamente scherzato, perchè leggendo in giro anche su riviste di settore specializzate, quando si parla di Arti Marziali e di Karate sembra che coloro i quali praticano la nostra Nobile Arte siano solo persone seriose, tutte d'un pezzo, che non scherzano mai. Insomma se uno si imbatte in certi articoli (che io ho letto) e volesse avvicinarsi lui stesso o un suo figliolo al nostro mondo, a meno che non sia uno addentro e quindi sa come stanno realmente le cose, ha sicuramente una reazione di distacco, pensando che il nostro sia un mondo di frustrati, di gente musona, di persone succubi di ciò che dice loro il Maestro. Voglio con questo mio scritto dire che anche se è vero che sul tatami si deve giustamente osservare una certa disciplina (del resto come in tutti i luoghi dove si insegna a qualsiasi titolo), non è che fuori il Maestro di Karate è un cerbero che al primo sguardo distratto sta li a mangiarti un orecchio! Noi che pratichiamo Karate, siamo persone NORMALI, continuiamo ad avere i nostri sentimenti, le nostre amicizie, possiamo persino scherzare con i Maestri (entro i limiti in cui i nostri rispettivi ruoli ci permettono di agire); semmai per mezzo del Karate tutto ciò noi lo miglioriamo!

Tornando alla parte tecnica, naturalmente posso parlare solo del mio stage. Devo dire che è stato un vero piacere allenarsi con il M° Giuseppe PERLATI sia per le qualità tecniche che per quelle umane. Ha iniziato dall'ABC del Karate dandoci delle spiegazioni che spesso in palestra vengono trascurate per poi ripassare quello che è il percorso da farsi per arrivare al 1° Kyu (Cintura Marrone). Per il Kihon è stato fatto Sanbon Tsuki a cinque passi e poi applicato in coppia. Il Kata è iniziato con Taykioku, elaborato dal M° SHIRAI, per terminare con Heian Yondan. Quest'ultimo è stato sviscerato in tutti i suoi passaggi e quindi eseguito prima piano e poi al massimo.

Devo dire a costo di ripetermi che anche questo stage come del resto tutti gli altri a cui ho partecipato (attivamente o come osservatore, se non mi era permesso a causa del mio grado) è stato veramente bello. La mia felicità è stata anche quella nel vedere durante lo stage, in quei rari momenti dove puoi permetterti di "distrarti" un attimo, gli occhi dei nostri allievi che sprizzavano tutta la loro contentezza. Bastava loro stare li per sentirsi ripagati di tutte le fatiche e gli sforzi che si fanno in palestra, una specie di "premio" a cui sono ormai abituati perchè pur se giovani (quasi tutti quattordicenni) sono già al sesto-settimo stage fatto con i nostri Maestri SHIRAI o NAITO. E' bellissimo e molto gratificante per chi come Alfredo e me vedono crescere così bene i nostri ragazzi giorno dopo giorno, stage dopo stage. Faccio un esempio. Le prime volte che uscivano insieme a noi fuori dalla nostra palestra erano timidi, si disponevano nelle ultime file. Da qualche stage non è più così. Si sa che i bambini sono dei "grandi copioni", nel senso che imitano i grandi, per cui avendo l'esempio costante di Alfredo, da soli dopo il saluto schizzano in prima fila, oramai è una cosa naturale. Questo è sicuramente un segno di grande maturità, specialmente se rapportato al grado e all'età.

Per concludere, credo che una delle bellezze del Karate sia proprio questa, cioè il fatto che più pratichi, più sei dentro e più ti senti parte integrante di questa grande famiglia, a prescindere dal grado che hai. Un saluto come sempre a tutti i miei amici e un arrivederci al prossimo stage.   

 

OSS