UNA FEDERAZIONE CON I PIEDI PER TERRA.
eventskarate 08 agosto 2008
Di A. Bisio
La F.I.K. in pochi mesi è stata determinante per cambiare la politica sportiva italiana. Il karate appare , seppure oggettivamente restìo ai cambiamenti, più saldo nelle fondamenta e più popolare.
Finalmente concretezza sulla questione riforme. E , dopo anni di oscurità, determinati dall’azione di federazioni ufficiali e non, di corporativismi e associazionismi territoriali, finalmente una politica in grado di tenere il timone della realtà sportiva ben saldo nelle mani. Merito di tutto questo enorme passo avanti, le novità messe in campo dal Dott D.Lazzarini.
Guai a sottovalutare la qualità e la forza di chi nel karate vuole una politica debole, instabile e vacillante La FIK su questo crinale combatterà, perché consapevole del pericolo che si corre ad abbassare la guardia contro chi si fa forte di qualunque lassismo. E’ la sua vera scommessa, rifondare la democrazia, ricostruire un patto tra i praticanti, ridare nobiltà alla politica sportiva.
E’ stata creata una Sede Nazionale ed un Simbolo.
E’ stato eletto in assemblea, il Presidente, i Consiglieri, un esecutivo giovane e dinamico. Sono stati redatti regolamenti e statuto, sono stati organizzati, sul territorio nazionale, incontri con le società sportive. Dunque c’è già alle spalle un lavoro straordinario. Tuttavia si hanno di fronte ancora compiti urgenti e difficili. Tre fra i più stringenti da affrontare nell’immediato.
Primo: mettere, la FIK con i piedi per terra, articolandola e strutturandola tra i praticanti e in tutti i luoghi dove i karateka vivono e lavorano.
Secondo: utilizzare da subito le straordinarie energie professionali, le competenze ed i talenti italiani, a cui questo progetto ha ridato speranze e stimoli.
Infine, superare il più rapidamente la sindrome degli ex “io sono stato”. Bisogna cominciare ad attuare una sana commistione, ad applicare realmente il principio democratico con atteggiamenti e trasparenti meccanismi interni di apertura e responsabilizzazione dei singoli.
Auspichiamo una federazione sempre più “dei praticanti e degli aderenti” , mobile e dinamica nella sua vita democratica capace di incoraggiare un pluralismo ricco di tradizioni, culturalmente e politicamente, attraverso fondazioni, associazioni, pubblicazioni, piuttosto che attraverso rigide catene di comando, che hanno sempre prodotto grigi “fedelissimi” e mai menti aperte, critiche, e autonome. Per cominciare ad operare, se ci sarà consenso in questa direzione, mi pare essenziale l’impegno con grande energia sulla strada decisa dall’ assemblea elettiva dei Presidenti regionali.
Una strada che percorreranno i dirigenti eletti da tutti i praticanti.
Nei mesi di dicembre e di gennaio è stato posto l’obbiettivo di essere presenti in ogni parte del Paese con associazioni e palestre. D’ora in poi sarà una grande festa del karate italiano.