UNA BELLA SORPRESA
eventskarate 03 aprile 2009
Di Fabio Piccinelli
A volte succedono cose che proprio non ci si
aspetta, è una verità scontata ma che lascia sempre a bocca aperta. Così è
capitato che una settimana fa avevo la nausea della palestra e del karate e
nessuna voglia di continuare, complice un cuore un po’ stanco e provato da
pensieri ed extrasistole. E poi sabato mi sono ritrovato in finale ai Campionati
Italiani, quasi senza accorgermene. Partenza venerdì all’alba, causa
organizzazione “economic” del viaggio.La notte è insonne, soprattutto per le telefonate di Gabri e Lazza da New York.
Ebbene sì, ho preferito Lecce alla Grande Mela, vabbè.
Alle 8 io, Michele, Lucaz e Fabri siamo a Fiumicino, dove aspettiamo 5 ore.
Alcuni per riempire il tempo si fanno tagliare i capelli; Michele si presenta
con un look scandaloso, che però ci regala momenti di ilarità. Durante l’attesa
conosciamo un produttore di film hard islandese che ci allieta con interessanti
argomenti e divertenti racconti. Giunti a Brindisi prendiamo l’auto e andiamo a
Lecce, dove ci aspetta l’alter ego di Corona, proprietario del bed&breakfast che
ci ospita. Due passi in giro nel grazioso centro della città e poi cena rustica
da Angiulino. Digestione difficoltosa, ma stanchezza e gas naturali ci fanno
addormentare presto. Risveglio e colazione con dei buonissimi dolci leccesi, poi
palazzetto e solita carrellata di volti amici e valanga di risate. Grande attesa
e fermento per la presenza in campo del Grifo, special guest della giornata con
al seguito tifo barese dei fratelli Gullo: per l’occasione presente la RAI.
Proprio lui elimina il nostro Lucaz al suo primo incontro e viene eliminato a
sua volta, regalando comunque lo spettacolo che i fan si aspettano.
Fabri disputa una gara entusiasmante, superando meritatamente uno dopo l’altro i
mille incontri di una delle categorie più difficili e numerose e conquistando
una splendida medaglia di bronzo. Una gara impeccabile e in crescita,
dimostrazione di doti tecniche, atletiche e finalmente caratteriali. La
dirigenza della Nakayama si
augura, e ne è certa, che con impegno, coraggio e umiltà questo sia l’inizio di
una lunga serie di successi.
Poi tocca a me. Primo incontro, più volte interrotto per smottamenti del tatami,
contro il campione italiano uscente. Non mi sento un granchè, ma concludo
l’incontro con un tranquillo 4-0, piazzando un calcio al viso pur rischiando di
prenderne uno poco dopo. Secondo incontro: avversario assente, forse un atleta
sconfortato dalla visione del sig.Maniscalco senza maglietta in fase di
controllo del peso. Lo capisco. Al terzo incontro non riesco a fare neanche un
punto nonostante le tecniche portate, non so dire se per la lentezza mia o dei
riflessi degli arbitri, che visti da fuori non sembrano tanto brillanti.
Comunque 0-0: al minuto supplementare tiro fuori dal repertorio un paio di
proiezioni e così vinco 6-0.
Semifinale da 4 minuti! L’avversario napoletano non sembra crederci troppo e
l’incontro è tranquillo, faccio un punto e sono in finale! E chi se l’aspettava?
Così con un sorriso da pirla mi aggiro per il palazzetto baciando e abbracciando
tutti e godendomi il momento di gloria. Poi vado a fare la doccia e a mettermi
in tuta. Insomma
la finale con il Campione del Mondo è un pò scontata..la affronto comunque
rilassato e divertendomi. Decido di provarci ed attaccare, così mi becco dopo
poco uno spendido calcio “uramawashi” sulla nuca..dico splendido perchè me
l’hanno detto, io non l’ho manco visto, solo sentito. Pensavo fosse stato
l’arbitro a toccarmi la testa per simpatia.
Poi un po’ attacco, un po’ subisco (che stanchezza!), tiro un calcio basso
“chudan” che mi pare buono e fa un bel rumore, ma che invece mi costa una
sanzione: così perdo 4-0. Durante l’incontro sento una tizia dagli spalti che
dice : “Mettije l’uramawashi!”, deduco che non stia parlando con me.
Davvero emozionante sentire il tifo dei miei amici mentre combatto: grazie a
Lucaz, a Fabri, a Iacopo, agli strilli di Ale, ai “DAI FABIOOOOOOOO” della
camera-woman Francy, all’appoggio della Miky..a lei basta uno sguardo per farmi
stare bene. A tutti quelli che hanno urlato per me o che mi hanno anche solo
pensato. Un grazie speciale al mio coach, il vecchio Miguel, che nonostante la
pettinatura imbarazzante mi ha dato buoni consigli (ovviamente non sempre
ascoltati), ma soprattutto mi è stato sempre vicino con la sua allegria e il suo
spensierato ottimismo. A volte la parte più difficile del ruolo dell’allenatore
è dare sicurezza a un atleta, e la commozione di Fabri medagliato ne è la
testimonianza; o ancora più difficile dare gli stimoli e la voglia di continuare
a chi vuole smettere a ogni chiaro di luna come il sottoscritto. Perciò grande
Michele, questo successo te lo meriti tutto!
Domenica donne in gara, che sicuramente risentono del viaggio del giorno prima e
delle poche ore di sonno, a causa del cambio dell’ora e della gara maschile
finita troppo tardi, quindi anche un po’ per colpa mia. Laura “musona” fuori
subito contro una forte avversaria, che poi perde.
La Francy delizia con le sue gambe al
primo incontro, cede poi il passo contro una rivale mascolina e molto
determinata: non regala niente e non le regalano niente, anzi. Buon incontro, ma
purtroppo viene eliminata. Miky parte in salita con un sorteggio sfortunato e
affronta una delle favorite già al primo incontro: ne esce sconfitta dopo una
buona prestazione, eccetto qualche svarione fisiologico. Ripescaggi contro
un’atleta capace e molto aggressiva: non cede fino alla fine ed è sconfitta solo
al giudizio arbitrale.
Ritorno a casa sofferto a causa dei ritardi, con lunga sosta e accampamento in
aeroporto, ma le ore sono davvero…mmm..volate, grazie ad una splendida
compagnia. Alla fine rientro in serata sotto la pioggia. Con enorme piacere ho
ricevuto telefonate di congratulazioni..divertentissima quella con Iuri: “A Fa’,
ma che sei arrivato secondo?!”,e io “Sì”, e lui “Pensa come stavano l’altri!”.
Un mito. Come al solito ringrazio tutti per il sostegno e gli ‘in bocca al
lupo’, chi si allena con me, chi mi ascolta, chi mi sopporta, chi mi aiuta, chi
mi ha guardato negli occhi e mi ha detto di non lasciare, che in palestra c’era
bisogno di me..thank you.