M. YAMADA KOHEI.

 

 

di Andrea Torre

Passeggiando per la periferia sud-est di Roma, tra le nuove costruzioni che sorgono sempre più, fino a far diventare una terra verde in un agglomerato di cemento armato, ci si imbatte in una palestra fatta di tradizioni e cultura dove l’amore per il Karate la fa da padrona . Questo è il piccolo regno del M. YAMADA KOHEI.

 

·        Caro maestro ci racconti qualcosa di lei, cosi’ i piu’ giovani  potranno conoscerla meglio

 

  Mi sono laureato in giurisprudenza nel 1973 in Giappone, alla Teiko University. Nel 1975 sono arrivato in Italia e da quel momento al 1978 sono stato assistente C.T. della Nazionale italiana di Kumite. Dal 1977  al 1979 sono stato arbitro nazionale; fino al 1983 ero membro della Commissione Nazionale Esami e stage di aggiornamento. Ho insegnato e lo faccio tuttora in palestre private; per un periodo sono stato rappresentante nazionale dello Shito-siy. Ho conseguito il 6° Dan di  karate ad Osaka (Giappone) nel 1986.

 

 

·        Cosa pensa del kumite sportivo attuale e del kumite dei suoi tempi?

 

 Ai miei tempi il Karate era più statico, non era veloce e dinamico come quello attuale. Quando si portavano i colpi la tecnica era ben visibile, oggi la tecnica viene portata talmente veloce che alcune volte al di fuori di un Tatami è difficile vederla. Il Kumite attuale è più spettacolare e bello a vedersi, prima di calci “Jodan” se ne vedevano pochi, oggi la gente è molto più attratta ad un incontro dii Karate che non in passato. Nel mio periodo il Karate era improntato sulla potenza e precisione, oggi  a questa si affiancano molti altri fattori,  prima fra tutti un’ottima preparazione atletica. Attualmente il Karate e soprattutto il Kumite sportivo è meno traumatico rispetto al passato, viene giustamente salvaguardata l’incolumità della persona. Con l’evoluzione dello sport tutto, è naturale che ciò accadesse anche al Kumite.

 

·        Le sue maggiori soddisfazioni le ha avute da atleta o da maestro?  Non in riferimento ai risultati  ottenuti bensi’ a cio’ che ha suscitato in lei maggiore spirito di abnegazione,  ovvero dedizione.

 

Sicuramente da maestro,  insegnare il Karate ai ragazzi mi riempie di gioia e ogni giorno lo faccio senza fatica con estrema passione e dedizione.

 

Quali sono le qualita’ per riuscire nell’attivita’ di maestro?

 

Mettiamo da parte momentaneamente le capacita’ tecniche. Ciò che è fondamentale è l’onesta’, la serietà e il sapersi relazionare con i propri ragazzi, quando serve dargli anche dei consigli extra-karate. Il maestro deve essere per gli allievi una persona trasmettitrice di valori, ed anche un esempio da emulare in un certo senso – scusate la  presunzione.

 

·        Ci parli della sua carriera di attore: i piu’ anziani ricordano le sue apparizioni  nel film sandokan e piu’ recentemente in kondoum

 

E’ stata una bella esperienza, mi sono divertito. Fare cinema è piacevole e si incontra gente simpatica.

 

Maestro Lei è veramente una gran bella persona, grazie per la disponibilità e buon lavoro.