eventskarate 15 giugno 2009
fonte www.coni.it
Si è svolta questa mattina, nel Salone d’Onore del CONI, la Premiazione del "Premio Giulio Onesti", assegnato per il 2009 al Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, che ha raccolto il testimone dal senatore Giulio Andreotti, presente alla cerimonia e ultimo a fregiarsi del riconoscimento. Alla premiazione sono intervenuti il Presidente del CONI, Giovanni Petrucci, il Segretario Generale, Raffaele Pagnozzi, i membri della Giunta e del Consiglio Nazionale del CONI, oltre ai componenti della "Fondazione Giulio Onesti – Accademia Olimpica Nazionale Italiana" che ha deciso di attribuire a Letta questo ambito riconoscimento, riservato ad una personalità che, ispirandosi ai principi formulati ed applicati da Giulio Onesti, abbia aperto nuove strade sportive e culturali alla diffusione del movimento olimpico.
Il Presidente del CONI, Giovanni Petrucci, ha fatto gli onori di casa, celebrando le indiscusse capacità del Sottosegretario Gianni Letta. "Dobbiamo dire a Gianni Letta un grande grazie: è una persona sempre presente nei momenti delicati, schivo quando c'è da prendere gli applausi. Letta è un campione tra i campioni, il migliore di tutti noi. Nei dieci anni della mia presidenza in ogni momento delicato lui è sempre stato presente con sensibilità umana e sportiva".
Anche il Sottosegretario con delega allo Sport, On. Rocco Crimi, ha sottolineato i meriti del vincitore. "Letta da anni è il motore silenzioso dello sport. Onesti, Andreotti e ora Letta: tre uomini che hanno permesso di tenere lontana la politica dallo sport''.
Il senatore a vita, Giulio Andreotti, ha ricordato l’importanza della figura di Giulio Onesti, presidente del Comitato Olimpico da 1946 al 1978. "Il vero modo di servire lo sport è di lasciarlo agli sportivi. Non bisogna pretendere che le regole valide per altri settori interferiscano con lo sport, dobbiamo seguire i valori portati avanti da Onesti, che cercava sempre di trovare i punti di unione. L'Italia viene sempre dipinta come il paese dei guelfi e dei ghibellini, divisa su tutto e noi sentiamo quanto valga proprio l'insegnamento di Onesti".
Il vincitore dell’ambito riconoscimento, Gianni Letta, ha ringraziato tutti, spendendo parole d’elogio per il sistema sportivo italiano e per il Presidente del CONI, Giovanni Petrucci. "Oggi siamo nel G8 dello sport ma non lo siamo in altri settori. Si dice che l'Italia conosce un momento di grosso rischio di declino, con un tessuto sociale che appare sempre più sfilacciato: se noi sapessimo mutuare i valori cardine dello sport, quello di lealtà, disciplina e sacrificio ed applicarli agli altri settori della vita pubblica dalla politica al mondo del lavoro, potremo scongiurare quel rischio di declino e assicurare all'Italia la ripresa di quella corsa verso traguardi importanti. Si deve ad Andreotti e Onesti la teoria dell'autonomia e dell'indipendenza dello sport, due componenti che restano le condizioni affinché lo sport possa continuare a prosperare. Questo CONI ha raccolto, difendendola, l’eredità del passato, grazie all’ottimo lavoro del Presidente Petrucci, che anche nei momenti più difficili ha difeso e salvaguardato questi principi, e troverà nel governo e nel presidente del Consiglio la garanzia che potrà continuare così per i migliori successi dello sport italiano".
Il Presidente della Fondazione Giulio Onesti, Bartolo Consolo, ha infine consegnato il Premio in bronzo, realizzato da Bernardino Morsani, con la seguente motivazione:
"Uomo politico apprezzato in tutto il mondo per le sue rare doti di mediatore di pace: quella pace e quella solidarietà a cui si ispira il movimento olimpico e che ha avuto in Giulio Onesti uno dei più convinti ed attivi assertori. Giornalista multiforme, aperto ad ogni forma di conoscenza, ha sempre cercato di individuare nel fenomeno sportivo, oltre al senso del risultato, gli aspetti sociali e culturali che ne sono il fondamento. Da anni Presidente del Concorso del CONI per il Racconto Sportivo, ha voluto conservare l’incarico nonostante i pressanti impegni di Governo, sempre alla ricerca di nuovi talenti in grado di diffondere i valori e la poesia dello sport. Da Direttore de “Il Tempo”, negli Anni Settanta, ha avuto occasione di conoscere a confrontarsi con Giulio Onesti, interpretando con fermezza allora, e più che mai ai giorni nostri, il suo pensiero, volto all’indipendenza dell’organizzazione sportiva italiana e internazionale, destinate ad un cammino autonomo e libero da vincoli o influenze di partiti".